Risorse digitali nella didattica: la WebQuest

Oggi gli esseri umani che vivono nelle aree ricche del pianeta sono esposti ad un enorme e costante flusso di informazioni. La digitalizzazione dell’informazione ha infatti prodotto quel fenomeno che il pensatore francese Lévy indica come il secondo diluvio universale: il «diluvio informazionale». Si tratta di un fenomeno irreversibile e destinato a crescere in modo esponenziale, aprendo nuove sfide per il mondo dell’educazione. In particolare, l’immensa mole di dati e informazioni, spesso irrilevanti e inaffidabili, che oggi circola in Internet espone i giovani a nuovi rischi (sovraccarico cognitivo, disorientamento, accumulo di informazioni, inganno ecc.) che solo un’educazione all’uso critico e alla gestione consapevole delle risorse informative digitali può contrastare.

I principali problemi riguardano la quantità e la qualità dell’informazione. L’abbondanza è infatti la prima caratteristica che contraddistingue l’informazione presente nel web, riassunta ed espressa nell’efficace e ormai nota formula dell’information overload (sovraccarico dell’informazione). Questa «overdose informativa» può provocare nuove forme di disagio che possono interferire con le nostre pratiche cognitive. Accanto al problema dell’abbondanza, c’è quello dell’affidabilità. La qualità dell’informazione presente nel web è infatti molto disomogenea: si possono incontrare pubblicazioni di carattere scientifico, banche dati curate da enti o istituzioni accreditate, ma anche informazioni molto superficiali, testi di dubbia affidabilità e, in qualche caso, anche testi intenzionalmente falsi (webdeception, l’inganno del web).

La domanda che si pone è allora la seguente: come valorizzare l’impiego di risorse informative digitali nella didattica? Come insegnare ai giovani ad avvalersi in modo critico e selettivo di risorse Internet, promuovendo competenze critiche avanzate?

Per la verità, alcuni autori hanno anche espresso delle perplessità sull’effettiva utilità del web in classe. Un autorevole studioso come Salomon, ad esempio, riflettendo sulle possibili conseguenze dell’uso didattico di Internet, osserva: «Internet offre un diluvio seducente di informazione […] Affascinati dall’autostrada informatica, stiamo tornando, in maniera poco consapevole, ad attribuire grande valore all’informazione fattuale, assumendo che questa sia la maggior fonte di conoscenza».

Oltre a rilievi di carattere più teorico, si possono individuare ulteriori criticità o timori tra cui: eccessiva dispersività (consegne generiche che richiedano di avvalersi di risorse trovate in Internet possono diventare per gli allievi estremamente disorientanti); perdita di tempo (attività non attentamente pianificate e basate sull’uso di risorse Internet possono produrre risultati molto frustranti); perdita del controllo (è diffuso tra gli insegnanti il timore che possano insorgere comportamenti da parte degli allievi poco controllabili); fenomeni di plagio (la facilità con cui è possibile acquisire materiali da Internet tende a favorire fenomeni di plagio elettronico).

Accanto alle criticità, vanno anche decostruite alcune credenze ingenue circa le capacità degli allievi di utilizzare Internet per le loro attività di studio. In particolare, l’idea secondo la quale gli allievi, essendo nati e cresciuti «a pane e bit», sarebbero in possesso di una «naturale capacità» di impiegare gli strumenti telematici, in modo spesso migliore degli insegnanti, cela un’assunzione del tutto discutibile circa il significato da attribuire a tale capacità. Saper avvalersi di Internet non significa semplicemente: saper navigare con un browser; saper avviare una ricerca con un motore di ricerca; saper scaricare documenti di varia natura, tutte attività che la gran parte dei ragazzi riesce oggi a fare. Piuttosto, sapersi avvalere di risorse Internet significa essere in grado di valutare criticamente l’affidabilità delle informazioni localizzate e di gestirle adeguatamente per poterle rielaborare in modo personale e significativo.

Un metodo che si è ormai affermato a livello internazionale come strumento adeguato a promuovere atteggiamenti critici verso l’impiego di risorse informative digitali è la WebQuest. Ideata a metà degli anni ‘90 da Bernie Dodge dell’Università di San Diego, la WebQuest si ispira alla filosofia costruttivista dell’Inquired-based-learning (apprendimento basato sulla ricerca) e consiste in un’attività di ricerca guidata in Internet volta a sviluppare negli studenti attitudini critiche nella consultazione delle risorse Internet e basata su strategie di lavoro collaborative.

Una WebQuest per essere efficace dovrebbe contemplare le seguenti componenti:

  • una introduzione che presenta alcune informazioni di base relative allo scenario in cui si colloca l’attività;
  • un compito realizzabile e motivante: la consegna di lavoro rappresenta un elemento decisivo per più ragioni: innanzitutto, è il compito che circoscrive l’ambito di intervento, limitando la dispersione; in secondo luogo, la qualità dell’attività cognitiva è strettamente connessa alla tipologia di compito. In generale si dovrebbero evitare consegne generiche del tipo «Che cos’è l’effetto serra?», poiché simili domande autorizzano in qualche modo lo studente a limitarsi al semplice trasferimento di un’informazione dal punto A al punto B, senza motivarlo ad integrare queste quantità discrete di informazioni rielaborandole come nuove personali conoscenze. Occorre invece muovere da domande-problema del tipo «Quali azioni hanno intrapreso i governi per combattere l’effetto serra? Si sono ad oggi rivelate efficaci?», domande cioè che richiedono agli studenti di prendere decisioni o pianificare un corso d’azione o ancora di realizzare un prodotto e così via;
  • una serie di risorse informative necessarie per portare a termine il compito: la gran parte – anche se non tutte - delle risorse informative vengono predisposte dal docente e saranno contenute nella webquest stessa;
  • una descrizione del processo che gli studenti dovranno mettere in atto per svolgere il compito;
  • una guida su come organizzare le informazioni acquisite: si tratta di suggerimenti e consigli che vengono offerti dal docente allo scopo di aiutare gli studenti ad organizzare le informazioni acquisite;
  • una conclusione: è il momento in cui si ricorda agli studenti cosa hanno imparato e vengono dati consiglia su come ampliare l’esperienza per sviluppare ulteriori conoscenze.
Contributo di Maria Ranieri Bibliografia Carlo Mariani e Maria Ranieri, Scuola e nuovi media. Pratiche didattiche e formazione degli insegnanti, in Enzo Catarsi (a cura di) Competenze didattiche e professionalità docente, Tirrenia, Edizioni del Cerro, 2008 Sitografia http://www.webquest.it/ http://www.apprendereonline.it/public/home.php