Il saggio, la storia e la memoria

In tempi di “romanzi mondo” il saggio sta facendo la sua parte, inevitabilmente. La scrittura saggistica ha oltrepassato il confine degli essais e lo spirito di Montaigne, e anche molte scritture narrative sono diventate opere-saggio: trattazioni, esperimenti, sondaggi (nel significato letterale del termine) ovvero prove, tentativi, esperimenti. Nel 900 gli esempi sono moltissimi: Benjamin, Musil, Canetti, Naipaul; in Italia i racconti di Buzzati, i romanzi di Guido Morselli, i lavori di Claudio Magris. Il saggio è sempre un testo dubitativo: non ha certezze definite; accumula ipotesi per poi scioglierle in versioni più o meno accattivanti di una verità che prende forma in quella veste, appunto saggistica, provvisoria. Territorio del dubbio e della messa alla prova, il saggio si confronta con almeno tre dimensioni: quella individuale e autobiografica, come specchio interiore della propria esperienza (per analizzarsi, per riesaminare il proprio statuto complesso); quella quotidiana e sociale, come riflesso e rigurgito verso l’esterno (per chiarire, spiegare, dimostrare); quella storica, infine, per collocare, giustapporre, confrontare la lezione del passato con gli esempi del moderno e della contemporaneità. Forse anche per questo la scrittura del saggio è sfuggente: per la commistione di prospettive e di punti di vista che essa pone in una forma definita e chiusa (come il sonetto in poesia) ma suscettibile di modifiche, di ritorni, di ampliamenti. Che il saggio sia dunque la struttura stessa del nostro vivere liquido e postmoderno? La forma simbolica e predominante di una civiltà deframmentata e ambivalente, contraddittoria e priva ormai di un sistema di certezze? Ne hanno discusso – almeno in questi termini - Christy Wampole e Walter Siti in un interessante duetto a distanza (la Wampole insegna letteratura francese a Princeton), con molti spunti utili per avviare una riflessione tutt'altro che accademica. La discussione potrebbe infatti allargarsi alla natura del "saggio breve", che molta parte acquista in funzione della scuola e dell'esame di stato, per cui rimandiamo volentieri ad altri luoghi della rete dove di questo si discute, riducendo ovviamente la questione ai minimi termini per adattarla alle esigenze di studenti alle prime armi con lo stile saggistico. Tutto questo per costruire la premessa indispensabile e necessaria allo scopo di lavorare in classe.  

Un laboratorio sul saggio breve di argomento storico.

Partiamo da una traccia, quella proposta sulla Tipologia C (Tema di argomento storico) all'Esame di Stato 2007.
La fine del colonialismo moderno e l’avvento del neocolonialismo tra le cause del fenomeno dell’immigrazione nei Paesi europei. Illustra le conseguenze della colonizzazione nel cosiddetto Terzo Mondo, soffermandoti sulle ragioni degli imponenti flussi di immigrati nell’odierna Europa e sui nuovi scenari che si aprono nei rapporti tra i popoli.
La traccia consente di riflettere sugli elementi storici. Come si lavora? Nello slideshow abbiamo riassunto i passaggi principali del lavoro in classe che potrà essere approfondito consultando dossier e materiali presenti in rete. Una risorsa molto utile è costituita dai dossier del quotidiano "La Repubblica". [toggle Title="Tutti i dossier di Repubblica"] Il Diario di Repubblica è un'interessante supplemento culturale che sviluppa con un taglio monografico una serie di temi della storia, della politica, della cultura e della società. Alcuni esempi [/toggle]   [slideshow_deploy id='2647']  

Dossier di approfondimento