PERCORSO DIDATTICO

Come ti racconto il Medioevo


di Carlo Mariani

Presentazione

Il termine testo deriva dall’uso figurato di textus, participio passato del latino texere: esso è dunque una metafora che restituisce l’immagine di un tessuto. Il complesso linguistico del discorso è strutturato attorno a legami, rapporti, relazioni di ordine morfologico e sintattico proprio come i fili di una stoffa, intrecciati in senso verticale e orizzontale a costituirne, appunto, l’ordito e la trama.

Tuttavia anche una produzione linguistica orale è un testo, purché rispetti certi criteri. Si pensi alle trasmissioni radiofoniche, alla conferenza di un noto scienziato, ad un genitore quando racconta una fiaba al bambino, ad un annuncio con l’altoparlante alla stazione ferroviaria.

Quali sono, allora, gli elementi per stabilire se siamo o non siamo in presenza di un testo? Intanto sono indispensabili un emittente e un destinatario, un messaggio orale o scritto, ma anche una reale intenzione comunicativa da parte dell’emittente con lo scopo di ottenere un qualche effetto sul destinatario. In questo senso, sia la Divina commedia di Dante Alighieri che la semplice parola Avanti scritta su un cartello possono essere considerati dei testi: in quest’ultimo caso sarà il contesto situazionale a conferire all’espressione il suo corretto significato. Se il cartello si trova sulla porta d’ingresso di un ufficio comunale, esso comunica un preciso messaggio in quanto fa riferimento alle conoscenze generali del destinatario e alla capacità da parte del ricevente di decodificarne il contenuto.

Possiamo concludere che un testo è “un messaggio – orale, scritto o trasmesso – prodotto in una determinata situazione da un emittente, per trattare un argomento, con l’intenzione di ottenere un effetto su un destinatario”. [Sabatini: 2011, 541].