Book in Progress?

L'ipotesi di realizzare in classe, con la guida dell'insegnante, dei veri e propri libri di testo, corredati di esempi, letture, commenti, esercizi e altro ancora non è poi così remota. Molti insegnanti lo hanno fatto da tempo prima della rivoluzione digitale degli ultimissimi anni: tuttavia alcune esperienze pilota hanno cominciato a lavorare in vista di una progressiva dismissione (ma quanto utile, alla fine?) dei libri di testo cartacei. Il caso dell'Istituto Ettore Majorana di Brindisi rappresenta un esempio molto concreto di come i docenti possano diventare autori dei propri libri e manuali scolastici. In fondo, chi scrive i libri di testo, se non altri insegnanti? E quante pagine delle poderose storie della letteratura sono scritte effettivamente dai nomi e dalle celebrità accademiche che le firmano, e non invece dai loro giovani "collaboratori"? Chi ha lavorato per un po' di tempo nell'editoria scolastica, nelle redazioni delle case editrici come consulente o editor di questi prodotti, sa bene come vanno le cose e quali sono le priorità dell'industria editoriale. Le cose sono effettivamente cambiate da quando le molte applicazioni cloud, cioè presenti on-line e immediatamente utilizzabili, hanno iniziato ad offrire strumenti e risorse che possono essere impiegate con finalità didattiche molto efficaci: si pensi ai programmi per la costruzione di mappe mentali e/o concettuali; alle applicazione che permettono di trasformare semplici presentazioni multimediali in contenuti digitali sul modello dei learning objects; ai programmi per creare e-books interattivi e multimediali, che contengono non solo testo e immagini ma anche video esemplificativi o di approfondimento. In che modo questi strumenti cambiano il modo di fare scuola? Come si pongono in rapporto all'utilizzo didattico complessivo e integrato delle nuove tecnologie? Un articolo di Alessio Jacona sulla Repubblica del 15 settembre 2012 richiama l'attenzione sulla funzione produttiva dei contenuti disciplinari e interdisciplinari che sarebbero possibili con le applicazioni dell'IPad. Gli entusiasmi che hanno accompagnato il dispositivo della Apple, tanto nella prima che nella seconda versione, sembrano oltremodo ottimistici rispetto alle operazioni che non si possono fare con il tablet inventato da Steve Jobs: e sono davvero tante per un oggetto che ha costi molto elevati sia per l'acquisto che per il continuo e necessario upload di applicazioni molte delle quali sono solo a pagamento. Moltissimi bloggers sono scettici e disarmati di fronte alle carenze di un display probabilmente sopravvalutato: le cose vanno ancora peggio se si guarda poi all'impiego dell'Ipad a scuola, nella didattica quotidiana. Il problema non è tanto il dispositivo che viene utilizzato in classe (IPad o altri tablet, netbook, notebook, LIM) quanto la strategia operativa e la metodologia didattica che viene messa in atto dall'insegnante: l'ideale sarebbe infatti quello di integrare i vari devices a disposizione ripensando il setting didattico sulla base di ciò che è possibile impiegare. Se nelle classi non è presente una LIM ma sono disponibili un computer, un collegamento internet e un videoproiettore, l'impiego di presentazioni multimediali e di desktop interattivi on line (come Scribblar, Cosketch, Idroo) consentono di realizzare comunque delle efficaci lezioni da discutere con gli alunni e condividere in un secondo momento in una piattaforma sharing. In rete vi sono ormai moltissimi ambienti cloud & sharing che permettono di creare libri elettronici, relazioni multimediali, contenuti digitali di straordinaria efficacia. Sul blog www.tracceweb.com è possibile individuare le applicazioni più adatte a ciò che l'insegnante ha intenzione di fare. Prendiamo, ad esempio, Myebook, un tool online molto simile a Calaméo: oltre ad inserire testo e immagini esso permette di embeddare l'indirizzo di file video (da YouTube, Vimeo, ecc.). L'e-book viene realizzato aggiungendo pagine, inserendo cornici di testo e immagini. Con un semplice CTRL+V (o Command + V su Apple) si incolla il testo precedentemente copiato su Word (o un altro qualunque editor) oppure da Wikipedia.