Giacomo da Lentini

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Con la canzone Madonna dir vo voglio di Giacomo da Lentini si apre il codice Vaticano Latino 3793 [ Vaticano Latino 3793 ], la piú ampia raccolta dugentesca di rime in volgare italiano. Attivo intorno al 1233-1245, come attestano numerosi documenti d’archivio, Giacomo da Lentini svolse un ruolo di primo piano tra i funzionari di Federico II: redige atti notarili nel 1233 e un atto testimoniale a Messina nel 1240; il suo sigillo compare in una lettera dell’imperatore al papa Gregorio IX (agosto 1233); infine è nominato comandante del forte di Carsiliato, nell’aprile del 1240. L’importanza letteraria del «Notaro», cosí egli si firma nel congedo della canzonetta Meravigliosa-mente, è puntualmente registrata da Dante nel De vulgari eloquentia e nel canto XXIV del Purgatorio, a testimonianza di una ricchezza di motivi e di soluzioni stilistiche di grande efficacia, sia presso la contemporanea scuola siciliana, sia piú tardi nella lirica dei siculo-toscani, degli stilnovisti, di Dante e Petrarca, fino alla quattrocentesca Raccolta Aragonese. Autore di 16 canzoni e 22 sonetti, il «Notaro» rivela nelle sue liriche una notevole maturità letteraria: costruisce le canzoni [ Canzone ] in uno stile solenne e rigoroso, con stanze capfinidas, alternando endecasillabi e settenari; affida alla canzonetta le tematiche narrative e di tono piú leggero; elabora una nuova forma metrica, il sonetto [ Sonetto ] in endecasillabi, a cui affida argomenti di carattere filosofico o amoroso.