Guido Faba

  Stampa la pagina << indietro
Guido Faba (1190 ca.-1243 ca.), autore di molti trattati di retorica ed epistolografia, è il maestro piú famoso e importante della scuola bolognese. Poco si sa della sua vita: nato a Bologna, fu, oltre che magister di retorica, notaio e, dopo il 1223, sacerdote. Scrisse moltissimo affrontando nei suoi manuali gli aspetti teorici della composizione. Due testi in particolare hanno importanza nella sua produzione: la Gemma purpurea e i Parlamenta et epistolae, ambedue destinati ad insegnare come si compone una lettera in latino. La loro originalità è data dal fatto che, per illustrare lo schema teorico su cui comporre in latino, il Faba usa come esempi testi in volgare: nella Gemma sono ancora poche formule scarne, ma nei Parlamenta i brani sono assai piú ampi. L’autore prende le mosse dal testo in volgare, di vario argomento, e suggerisce come comporre in latino tre versioni di esso, una maior, ampia, una minor, concisa, e una minima, brevissima. La novità sta dunque nell’accettare l’uso letterario della lingua volgare, in una misura che certo non è ancora paragonabile a quella del latino, ma che resta significativa per gli sviluppi che ne nasceranno. Il Faba è consapevole dell’importanza delle sue scelte: nella lingua, ad esempio, evita un lessico troppo dialettale, e adopera vocaboli che provengono da varie zone geografiche, mentre nella costruzione del periodo è attento a rispettare le leggi della retorica, ricorrendo ad una vasta gamma di artifici tecnici e di figure retoriche.