Introduzione

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Alla fine del Duecento gli ordinamenti comunali che avevano sorretto l’intero sistema delle città italiane subirono una costante erosione a causa di contrasti tra le opposte fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, e di rivalità che maturarono all’interno dei singoli schieramenti. Tramontato l’ambizioso disegno di Federico II e del figlio Manfredi, di una possibile unificazione dell’Italia, i tentativi di restaurare un potere politico accentrato nelle mani di un imperatore fallirono anche con l’intervento di Arrigo VII di Lussemburgo. Nonostante i gravi disordini interni e i forti conflitti sociali, la vita cittadina rivela una notevole vivacità economica e culturale. La realtà più importante di questo periodo è senza dubbio Firenze, che rappresentò un eccezionale modello di sviluppo mercantile e finanziario grazie alle attività tessili. Alla supremazia economica si abbinava anche un indiscusso primato letterario e artistico del modello toscano, dovuto alla preminenza della poesia degli stilnovisti e di Dante Alighieri e alle ricerche innovative di Cimabue e di Giotto.