Enciclopedismo medievale
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Arti liberali e una nuova concezione della filosofia, intesa quest’ultima come exercitatio animi e comprensione dell’universale. Consegnata alla pratica educativa delle scuole cattedrali, l’enciclopedismo si caratterizzò come un sapere compilatorio, spesso basato su una descrizione ripetitiva, quantitativa e sincretica della conoscenza, che tuttavia aveva l’esigenza di conservare e custodire la ricchezza della civiltà antica in uno strumento che fosse di semplice e immediata fruizione. Nel periodo compreso tra il VI e il XII secolo fiorirono infatti opere che avevano già dal loro titolo una precisa impostazione enciclopedica: summae, specula, trésors, sententiarum libri, institutiones, disciplinarum libri, regolarmente utilizzati per la formazione del clero e negli studi superiori presso i centri universitari che sorsero nel XII e XIII secolo. Tra le opere enciclopediche medievali si segnalano il De nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella (Le nozze di Filologia e Mercurio, composto verso il 430); le Institutiones divinarum et saecularium litterarum (Istituzioni delle lettere divine e profane) di Cassiodoro (490 ca. - 524); i libri delle Etymologiae del vescovo Isidoro di Siviglia (560 ca. - 636); il De Universo libri di Rabano Mauro (IX sec.); lo Speculum majus di Vincenzo di Beauvais (XIII sec.); gli Excerpta di Costantino Porfirogenito (X sec.); il Didascalicon di Ugo di San Vittore (XII sec.); le Summae theologiae di Alberto Magno e Tommaso d’Aquino (XIII sec.); Li livres du Tresor di Brunetto Latini (XIII sec.).