Le interpretazioni del Medioevo

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Il concetto di Medioevo, inteso in senso negativo come «età di mezzo», è un espressione introdotta dagli storici e dagli intellettuali del Quattrocento con la funzione di indicare in modo dispregiativo e riduttivo quella lunga fase della storia europea successiva al crollo dell’Impero romano: un periodo caratterizzato dalle invasioni barbariche, dalla decadenza culturale dei modelli classici, dalla trasformazione della lingua latina nelle lingue romanze, dalla crisi economica e sociale prodotta del feudalesimo. Una valutazione duramente riduttiva dell’età medievale si era già affermata alla fine del Trecento nell’opera di Francesco Petrarca, che aveva stabilito una netta separazione tra lo splendore della letteratura latina e il successivo decadimento artistico provocato dalla perdita di quella memoria storica. Questo contrasto si è in seguito consolidato e rafforzato nella storiografia umanistica del primo Quattrocento. Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Matteo Palmieri, Giannozzo Manetti, Flavio Biondo hanno adoperato metafore e immagini di vario genere per indicare lo stacco, non solo cronologico, ma soprattutto nei contenuti, tra le «tenebre» medievali e la luce della «rinascenza». La durata di questa crisi comprende un’arco di tempo che varia tra il secolo e il millennio: il notaio Domenico di Bandino (1335 ca.-1418) lo individua nel periodo che va da Alano di Lilla (XII sec.) a Dante; secondo altri autori, come Leonardo Bruni, questa decadenza avrebbe avuto un’estensione maggiore (circa settecento anni), e si sarebbe interrotta con la venuta a Firenze del dotto greco Emanuele Crisolora. Per Matteo Palmieri, Giannozzo Manetti e Lorenzo Valla le tenebre medievali oscurarno la civiltà europea per otto o nove secoli, mentre per lo storico Flavio Biondo avrebbero coperto l’intero millennio compreso fra il 412 e il 1412. Nella storiografia moderna e contemporanea, questa interpretazione è stata largamente superata, anche grazie all’apporto di un’impressionante serie di studi e ricerche che hanno messo in rilievo la straordinaria complessità e ricchezza della civiltà medievale. Il merito di questa riscoperta spetta soprattutto alla scuola storica francese inaugurata da Marc Bloch e Lucien Febvre con la rivista «Annales d’Histoire Economique et Sociale», che ha dato il via a una rilettura globale e integrale dei molti fenomeni legati alla storia del medioevo.