La poesia guittoniana

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Con la battaglia di Benevento (1266), in cui perde la vita Manfredi, figlio di Federico II e prosecutore dei suoi disegni egemonici, la potenza sveva in Italia subisce un crollo repentino, che determina anche il declino e la rapida scomparsa della scuola poetica siciliana. Gli argomenti e le forme usati dai siciliani vengono però ripresi nell’Italia settentrionale, ma soprattutto in Toscana: da qui, infatti, provenivano molti degli uomini di cultura vissuti alla corte di Federico II. Notevolissime, tuttavia, sono le differenze tra la scuola siciliana [ La Scuola Siciliana ] e la poetica toscana, al punto che, per quest’ultima, risulta inappropriata la definizione stessa di scuola. Infatti, i rimatori toscani non lavorano all’interno di un’unica sede, la corte, ma in diverse città della regione, tra le quali Firenze, Arezzo, Lucca, Pisa, Siena, Pistoia. Inoltre, manca qui la figura del sovrano attorno al quale ruotano i funzionari e i cortigiani: l’ambiente è quello variegato e complesso delle città, con le lotte di partito e di fazione; al mondo circoscritto della corte sveva subentra il fervido clima della passione politica, della partecipazione attiva agli eventi civili. È diversa anche l’estrazione sociale dei verseggiatori, figli del Comune e appartenenti alla solerte borghesia cittadina. Cosí, se da un lato alcuni dei toscani si limitano ad esasperare artificiosamente le forme siciliane, che non sono piú vissute in modo personale, dall’altro la loro poesia accoglie suggestioni dalla cronaca e dalla politica, e si fa portavoce di aspirazioni e progetti propri della borghesia cittadina. Non mancano, d’altra parte, riflessioni morali e religiose. L’ambito di interessi della poesia lirica supera cosí i confini della tematica amorosa, avviandosi a spaziare tra diversi soggetti. Gli autori attingono spesso a elementi formali e linguistici di imitazione siciliana e li intrecciano con la fonte diretta provenzale, con risultati di grande varietà e novità. Esempi significativi di questa tendenza furono Guittone d’Arezzo [ Guittone d'Arezzo ], Bonagiunta Orbicciani [ Bonagiunta Orbicciani ], Chiaro Davanzati, Monte Andrea, Dante da Maiano.