La poesia comico realistica

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Accanto all’esperienza aristocratica e illustre dello Stilnovo, si sviluppa in Toscana, press’a poco negli stessi anni, un genere letterario che, per contrapposizione, si è soliti indicare come poesia comico-realistica o borghese o, ancora, realistico-giocosa [ Un'interpretazione della poesia comico-realistica ]. Già i termini ne chiariscono i caratteri. «Comico» significa, nella distinzione medievale tra i generi, uno stile medio, vicino al linguaggio parlato. «Realistico» è, o sembra essere, l’approccio a esperienze concrete, legate alla vita comune, quotidiana, senza dimenticare l’immediatezza espressiva di un lessico, che in questo tipo di poesia sfiora sovente la volgarità. La definizione di «borghese» è prevalentemente sociologica, allude cioè all’ambiente sociale in cui il genere si sviluppa: la borghesia comunale, dinamica ed economicamente benestante. Al suo interno le aspirazioni letterarie piú nobili coesistono con interessi culturali meno impegnativi, ma non privi di varietà e fermenti, che si manifestano in una poesia spesso aspra e polemica. Tra gli esempi piú interessanti di questo genere poetico sono da ricordare le esperienze di Cecco Angiolieri [ Cecco Angiolieri ], Rustico di Filippo, Folgóre da San Gimignano, Cenne de la Chitarra. Questa poesia è destinata ad un pubblico piú vasto ed eterogeneo della ristretta cerchia d’intellettuali a cui si rivolgevano gli stilnovisti e poggia sulla rappresentazione di aspetti della realtà immediati e a volte crudi: l’amore, non piú inteso come espressione spirituale ma come piacere dei sensi, il gioco, il godimento spensierato, il gusto della tavola e del vino. Non mancano la polemica politica, l’ingiuria verso gli avversari, il pesante sarcasmo contro parenti e amici, fino all’anticlericalismo insofferente dei privilegi ecclesiastici. Un tempo, la critica tendeva ad attribuire alla poesia comico-realistica il carattere dell’immediatezza e della spontaneità, quasi si trattasse dello sfogo poetico di sentimenti e di esperienze autobiografiche da parte di autori istintivi, ribelli nella vita come nell’arte. Questa tesi ebbe particolare fortuna in epoca romantica, ma è stata ormai abbandonata. Oggi, la poesia comico-realistica viene intesa come un vero e proprio genere, basato su convenzioni letterarie e rispondente perciò a regole di stile precise, frutto di competenza espressiva e retorica. Lo conferma, tra l’altro, il fatto che alla poesia comica si accostano anche scrittori di stile alto, come il Guinizzelli, il Cavalcanti e Dante, il quale si dimostra disponibile ad ogni forma di sperimentazione. Inoltre, i seguaci di questa corrente mostrano chiari collegamenti con tutta una tradizione, quella della poesia goliardica e giullaresca, che era già diffusa nei secoli precedenti e che veniva definita proprio col termine «iocosa». L’amore come piacere, il disprezzo della povertà e l’esaltazione della ricchezza, scene di vita colta nei suoi aspetti piú triviali e plebei, litigi, battibecchi tra innamorati, gelosie, e ancora caricature e insulti: tutto questo e altro è oggetto della poesia giocosa, e si esprime in un linguaggio colorito, corposo, non di rado irrispettoso delle regole sintattiche, ma ricco di figure retoriche, tra le quali predominano l’iperbole e l'adynaton [ Dizionario di metrica,retorica e stilistica ] similitudini audaci, metafore spesso volgari. È frequentissimo l’uso del dialogo, composto di frasi brevi a «botta e risposta», che lo rendono vivace e vigoroso.