Gli ordini mendicanti: domenicani e francescani

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Nell’Europa cristiana si verificò, soprattutto dopo l’anno Mille, una forte ripresa dei movimenti ereticali: questo fenomeno si realizzò attraverso forme di contestazione nei confronti della Chiesa e degli ordini religiosi (certosini e cistercensi), che stavano diventando vere e proprie grandi potenze economiche. Il fenomeno dei Valdesi, riuniti attorno alla figura del mercante di Lione Pietro Valdo, e dei catari della Linguadoca francese, furono i sintomi piú evidenti di una diffusa inquietudine religiosa, che rivendicava il ritorno alle origini evangeliche e alla povertà cristiana. Dopo il Concilio lateranense del 1179, il Papato esercitò contro questi gruppi una durissima repressione che portò, come nel caso dell’eresia catara, allo sterminio indiscriminato di migliaia di persone: nel 1208 il papa Innocenzo III ordinò una vera e propria crociata contro gli abitanti di Albi, Béziers, Carcassonne e altre città della Linguadoca. L’impresa si trasformò in una guerra di conquista e di sterminio della contea di Tolosa: alcune fonti, come l’anonima Chanson de la croisade albigesoise, scritto in lingua d’oc, oppure la testimonianza del legato pontificio Arnoldo Amalrico, confermano che i cavalieri franchi si resero protagonisti del massacro di circa ventimila persone. Le inquietudini religiose e una forte esigenza di ritorno alla cristianità originaria (povertà, obbedienza, vita comunitaria) si manifestarono nel movimento di Francesco d’Assisi, raggiungendo in pochi anni un numero elevatissimo di frati. La regola venne approvata dal Papa nel 1223, anche se poco dopo la morte di Francesco il principio evangelico della povertà, al quale la regola si ispirava, fu abbandonato in vista di una piú attenta e potente organizzazione dell’ordine. Il movimento dei frati minori si spaccò allora in due fronti: mentre l’ala piú rigorista dei cosiddetti spirituali rimase fedele ai principî di San Francesco, i conventuali si piegarono alla volontà papale accettando il diritto alla proprietà sui beni della Chiesa. Lo stesso obbligo di povertà venne mitigato dalla bolla papale Quo elongati del 1230, e i francescani divennero progressivamente un ordine clericale che si dedicò all’insegnamento e alla predicazione, ricalcando in questo l’atteggiamento dei Domenicani. Tuttavia i contrasti interni non si attenuarono neppure con l’intervento di Bonaventura da Bagnoregio, generale dell’ordine dal 1257 al 1274. Il papa (Giovanni XXII) si pronunciò allora contro gli spirituali, dichiarati eretici e scismatici. Quasi negli stessi anni, intorno al 1203, il canonico spagnolo Domenico di Guzmán, attraversando la Linguadoca, constatò la diffusione dell’eresia albigese e decise di dedicarsi alla riconversione di queste popolazioni per mezzo della predicazione e dell’insegnamento. L’ordine domenicano venne regolarizzato nel 1220-21 e la regola fu approvata definitivamente nel 1228: a differenza di quelle benedettine e francescane, essa non prevedeva l’obbligo del lavoro manuale e si concentrava essenzialmente sugli studi e sull’apostolato. Membri effettivi dell’Inquisizione fino dai primi anni, i domenicani svolsero un’azione di controllo e di tutela della fede anche attraverso la tortura e la condanna al rogo. Ciò non impedí loro di occupare funzioni di rilievo anche nella vita culturale: Alberto Magno e Tommaso d’Aquino furono infatti tra i maggiori teologi e filosofi di tutta l’età medievale.