La vita del Petrarca

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1304 Petrarca nasce ad Arezzo dal notaio Pietro di Parenzo, detto Petracco, e da Elettra Canigiani. Il padre, guelfo bianco amico di Dante, era stato esiliato da Firenze nel 1302.

1305-11 La famiglia si trasferisce dapprima a Incisa, nel Valdarno (1305) e, dopo la nascita del fratello Gherardo (1307), a Pisa (1311).

1312 Il padre ottiene l’incarico di segretario alla corte papale di Avignone: la famiglia dimora a Carpentras.

1312-16 Con il fratello Gherardo, compie gli studi di grammatica e di retorica con Convenevole da Prato. Nel 1316 intraprende gli studi di diritto secondo la tradizione familiare, ma ben presto li interrompe per dedicarsi allo studio dei classici.

1318 Muore la madre Elettra alla quale Petrarca dedicherà una poesia latina in 38 esametri.

1320-26 Insieme a Gherardo si reca a Bologna, la maggiore università per gli studi di legge, ma si dedica intensamente alla lettura dei classici e alla frequentazione dei circoli letterari della città. Nel ‘26 muore il padre.

1327 Nella chiesa di Santa Chiara, il 6 aprile, vede per la prima volta Laura, di cui non si conosce la vera identità.

1330-37 Dopo avere dilapidato gran parte del patrimonio lasciatogli dal padre, Petrarca è chiamato al seguito del vescovo Giacomo Colonna, suo amico di studi a Bologna: forse prende gli ordini minori e comunque riceve numerosi benefici ecclesiastici. Sempre nel ‘30 entra al servizio del cardinale Giovanni Colonna, fratello di Giacomo, figura influente della curia avignonese. Dopo aver soggiornato a Lombez, in Guascogna, compie numerosi viaggi (a Parigi, a Gand, a Liegi, dove scopre due orazioni di Cicerone, a Aix le Chapelle, a Colonia, a Lione). Nel 1333 conosce il frate Dionigi da Borgo San Sepolcro, che gli dona un esemplare delle Confessiones di sant’Agostino, libro fondamentale nel percorso spirituale del poeta.

1337 Compie il primo viaggio a Roma, ospite dei Colonna. Di ritorno in Provenza si stabilisce a Valchiusa, presso il fiume Sorga, dove si dedica ai suoi studi. Ma la scelta fu forse indotta dalla nascita del figlio naturale Giovanni, che piú tardi il poeta renderà legittimo, e dallo scandalo che questo fatto aveva provocato negli ambienti ecclesiastici.

1338-39 Inizia la stesura del De viris illustribus e del poema in latino Africa, al quale Petrarca avrebbe affidato la propria gloria letteraria, restando tuttavia incompiuto.

1341 Lungamente preparata grazie all’appoggio dei Colonna, Petrarca viene incoronato poeta in Campidoglio dal senatore Orso dell’Anguillara, ottenendo il privilegium lauree che implicava la cittadinanza romana, e la possibilità di una libera docenza.

1342 Dopo una breve sosta a Parma, presso Azzo da Correggio, si reca nuovamente a Avignone. Qui conosce il senatore Cola di Rienzo, che si trovava in missione presso il papa. Compone il Secretum.

1343-45 In aprile il fratello Gherardo entra nell’ordine dei certosini. Petrarca assiste alla nascita di una seconda figlia. Parte per Napoli in missione diplomatica su incarico del cardinale Colonna. Concepisce in questo periodo una vasta opera compilativa, i Rerum memorandum libri, che tuttavia resterà incompiuta. Soggiorna a Parma fino a quando è costretto a fuggire in seguito all’assedio portato dai Gonzaga e dai Visconti. Soggiorna allora a Modena, Bologna e infine Verona: nella Biblioteca Capitolare della città scaligera ritrova e identifica alcune lettere di Cicerone. Alla fine del ‘45 torna a Valchiusa.

1346-47 Nella quiete della Provenza nascono in questo periodo il De vita solitaria, il Bucolicum Carmen completato nel 1357 e modificato in varie occasioni fino al 1364. Nel 1347 è la volta del De otio religioso. Entusiasta del tentativo popolare compiuto a Roma da Cola di Rienzo gli dedica la V Egloga, la famosa Hortatoria e numerose lettere. La rottura con i Colonna, ostili al progetto di Cola, è ovviamente imminente. Verso la fine dell’anno Petrarca decide di recarsi a Roma, ma la caduta di Cola lo ferma a Parma.

1348 È l’anno della peste: muoiono molti amici del poeta, tra cui Franceschino degli Albizzi, Sennuccio del Bene, Giovanni Colonna. Apprende inoltre della morte di Laura.

1349-50 Il poeta trascorre questo periodo tra Parma e Padova: qui riceve da Giacomo Novello da Carrara un ricco canonicato che si aggiunge ai numerosi ottenuti in precedenza. Qui concepisce la raccolta delle Familiares. Dopo avere fatto tappa a Verona, si reca a Mantova (dove acquista un esemplare della Naturalis Historia di Plinio, il cod. Parisinus lat. 6802) e quindi a Roma in occasione dell’anno santo. Lungo il viaggio si ferma a Firenze, dove incontra il Boccaccio, Zanobi da Strada, Lapo da Castiglionchio il Vecchio, Francesco Nelli (il Simonide dedicatario delle Seniles). Comincia a raccogliere le Epistole metrice.

1351-53 Dalla città di Firenze riceve l’offerta, che il poeta però declinerà, di una cattedra universitaria. Questa proposta si univa alla restituzione dei beni a suo tempo confiscati dopo l’esilio del padre. Per questa ragione il Boccaccio gli rende visita a Padova, stringendo da allora una fervida amicizia. Nel giugno è di nuovo ad Avignone: sarà questo l’ultimo soggiorno in Provenza, caratterizzato dai propositi di una sistemazione dell’Africa, del De viris illustribus, delle Familiares e delle rime volgari. Nel 1352, in occasione della malattia del pontefice Clemente VI, compone le Invective contra medicum che viene terminata l’anno successivo e riordinata nel ‘55.

1353-61 Dopo avere fatto visita per l’ultima volta al fratello Gherardo nella certosa di Montrieux, Petrarca torna definitivamente in Italia, attraversando il colle del Monginevro (Epistole metrice, III, 24): invitato presso numerose corti sceglie di recarsi a Milano, provocando però le amare considerazioni dell’amico Boccaccio e della cerchia fiorentina, tradizionale antagonista dei Visconti. A Milano si tratterrà per otto anni, svolgendo alcune missioni diplomatiche (a Venezia, presso il doge Andrea Dandolo, per la pacificazione con Genova; a Mantova, nel 1354, presso l’imperatore Carlo IV di Boemia; a Praga, nel ‘56 e quindi a Parigi nel 1360-61). Il lungo periodo milanese è una fase importante per l’evoluzione di numerose opere: riprende le Familiares (1353-56), termina le Sine nomine, inizia il De remediis utriusque fortunae (nel ‘54), riprende e amplia i Trionfi che poi rimarranno incompiuti, attende alle rime volgari, al De otio religioso, al Bucolicum carmen (1357), al De viris, al Secretum, termina il De vita solitaria (1356). Invia a Marco Barbato il carme proemiale delle Epistole metrice a lui dedicate (1357); nel 1358 compone l’Itinerarium in Terrasanta.

1361-62 Per sfuggire alla peste Petrarca si reca a Padova e quindi, nell’autunno del ‘62, a Venezia: dal governo della Serenissima ottiene una casa sulla riva degli Schiavoni in cambio del lascito di tutti i suoi libri. Qui il poeta inizia la raccolta delle Seniles.

1363-68 Nella primavera del ‘63 riceve la visita del Boccaccio che si tratterrà presso di lui per tre mesi. Con l’aiuto del copista Giovanni Malpaghini porta a termine le Familiares. Termina anche il De remediis e compone una vivace prosa polemica De sui ipsius et multorum ignorantia contro alcuni filosofi averroisti.

1368-73 Dopo alcuni brevi soggiorni a Milano e a Pavia, Petrarca compie una missione diplomatica presso Carlo di Boemia, nel 1370 si ritira Arquà, sui Colli Euganei, circondato dall’affetto della figlia Francesca, del genero e della nipotina Eletta: gli ultimi anni del poeta sono segnati da frequenti malattie, ma ciò non gli impedisce di scrivere la famosa Posteritati e di continuare il lavoro sulle rime volgari. Nel 1373 riceve il Decameron del Boccaccio e ne traduce in latino la novella di Griselda (X, 10).

1374 Mentre attende alla sistemazione delle Seniles e alla revisione dei Trionfi la morte lo coglie nella notte tra il 18 e il 19 luglio.