Le rime in morte di Laura

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La seconda parte della raccolta inizia con la canzone CCLIV (I’ vo pensando, e nel penser m’assale), che rappresenta una vera e propria cerniera tra i due momenti del Canzoniere: il poeta ora si concede interamente al dolore, alla disperata e vana ricerca delle ombre che lo perseguitano dalla morte di Laura. Questa seconda sezione manifesta una maggiore omogeneità nelle tematiche e nelle soluzioni formali: Petrarca vuole cosí rappresentare il suo unico pensiero di rimpianto per la donna che aveva tanto amato. La morte viene a cadere il giorno stesso del l’innamoramento, che è poi anche il giorno della passione e morte di Cristo (6 aprile): il poeta istituisce una relazione simbolica tra la morte e il processo di redenzione che attraverso il ricordo di Laura potrà portarlo alla salvezza spirituale. La donna viene ora considerata la guida della rinascita spirituale del poeta, poiché con i suoi sentimenti, la sua onestà e il suo contegno ha saputo distogliere Petrarca dal male e avviarlo alla salvezza. La morte di Laura consente perciò di superare le vanità terrene e di riunirsi a lei in cielo: il motivo della morte intesa come sdoppiamento dello spirito dalla carne è qui ripreso nella sua tradizionale accezione neoplatonica, e costituisce il termine del percorso lirico in quanto momento conclusivo e riepilogativo di una storia cominciata sotto il segno dell’amore.