
Le
mappe concettuali, per la loro natura reticolare, assomigliano molto, anche graficamente, ad un
brainstorming ipertestuale, e ciò ha assecondato una erronea sovrapposizione che non è soltanto terminologica. La recente attenzione che le mappe concettuali stanno producendo tra gli insegnanti è dovuta sicuramente agli studi di
Vigotskij e all’interesse che c’è attorno ad un libro come
Pensiero e linguaggio, in cui si parla espressamente di processi di unificazione delle conoscenze disciplinari attraverso la messa in funzione di una «rete interna» e di una logica di sviluppo.
La differenza sostanziale tra la mappa concettuale e l'ipertesto consiste nel fatto che mentre la prima rappresenta la qualità di un concetto e la sua collocazione mentale, l’ipertestualità organizza una connessione tra le informazioni servendosi di un codice simbolico e di un’interfaccia grafica.
Elaborate nell'ambito di una concezione cognitivista dell'apprendimento grazie alle ricerche di David P. Ausubel negli anni sessanta del secolo scorso, le mappe concettuali - nella rielaborazione proposta da Joseph Novak - costituiscono un vero e proprio
sistema di organizzazione della conoscenza e agiscono come catalizzatori dell'
apprendimento significativo, quest'ultimo rigorosamente distinto dall'apprendimento meccanico, passivo e ricettivo in quanto unicamente fondato sulla memorizzazione.

Nel loro utilizzo in classe, le mappe concettuali prevedono due modalità di lavoro principali: 1) l'
elaborazione da parte dell'insegnante, che può utilizzare la rappresentazione grafica per illustrare i contenuti di un'unità didattica; 2) l'
elaborazione da parte dell'allievo, che può utilizzare la mappa come schema riassuntivo e tassonomico per condurre un'esposizione o una verifica. L'applicazione delle mappe concettuali può avvenire dunque sia nel corso di una lezione frontale dell'insegnante ma anche come strumento di verifica formativa della classe per la valutazione dei livelli di apprendimento, di concettualizzazione e di riallineamento dei contenuti alle conoscenze pregresse.
Il principio che regola il lavoro con le mappe concettuali è quello di un apprendimento concepito come
empowerment individuale, critico e metacognitivo; come processo di ristrutturazione degli schemi concettuali contrapposto all'assunzione mnemonica e nozonistica delle informazioni in maniera ricettiva. In questo senso il ruolo delle pre-conoscenze, e quindi del vissuto sociale e familiare dell'allievo - rappresenta un elemento determinante e discriminante delle mappe concettuali.
Sull’argomento si vedano:
- J.D. Novak e D.B. Gowin, Imparando a imparare, Torino, SEI, 1989
- G. Taurino, E. Cremieux, Mappe cognitive e concettuali al computer, in «Informatica e Scuola», 3, 1998;
- C. Beritta, Mappe concettuali e information technology, in «Informatica e Scuola», 3, 1999;
- M. Fasano (a cura di), Concetti in rete, Milano, Masson, 1998.
- C. Costamagna, Mappe concettuali e apprendimento significativo
- E. Chianura, Mappe concettuali e cooperazione in rete
- M. Guastavigna, Mappe digitali
- Sitografia di approfondimento, a cura di M. Guastavigna
Software per la creazione di mappe concettuali: